Sarò molto onesto con voi: non conoscevo Vito Iaia. A dir la verità, conosco poco tutto il mondo che implica la presenza di una palestra. La mia modesta vita sportiva ha contemplato tutto ciò che potesse farmi divertire con una palla, pallina, pallone e similari. Ma le palestre, quelle proprio no. Eppure ci ho provato, iscrizioni, abbonamenti pagati in anticipo. Ma niente. Ed ecco che a 36 anni mi ritrovo rinchiuso in un corpo di un novantenne. Per me la palestra da iniziare a settembre è un ritornello cantato tante, troppe volte. Chissà se questa volta sarà quella giusta.
Comunque… dicevo di Vito Iaia. È stato un amico a parlarmi di lui, su una panchina di Viale Lilla in uno dei primi assolati pomeriggi di questa calda, troppo calda, estate. E la mia reazione è stata tipo “perché sono sempre l’ultimo a sapere le cose?!”. Ho deciso di correre ai ripari, andando a prendere qualche informazione direttamente alla fonte. Ah, dimenticavo: Vito Iaia da gennaio 2021 è il Responsabile della nazionale di Ginnastica Aerobica. Ecco la nostra chiacchierata.
Raccontaci la tua carriera.
La mia carriera nasce seguendo le orme di mio padre, ho iniziato a fare ginnastica da piccolino. Poi iniziando a vedere i campionati del mondo in TV mi sono appassionato alla Ginnastica Aerobica, ho iniziato a 16 anni a fare le cose sul serio. Era già tardi, quindi per recuperare il tempo perso mi sono allenato come un matto per quasi 6 anni. Però questo lavoro ha pagato: dal 2002, da quando ho fatto la prima gara, al 2010, quando ho smesso, non ho più perso una gara nell’individuale maschile. E in quegli anni ho anche avuto l’onore di rappresentare l’Italia grazie alle chiamate in nazionale.
E il confronto con le altre nazioni?
È stato difficile. Un conto è rimanere in Italia, un altro è sfidare nazioni come Russia, Romania, Cina. Anche lì però le cose non sono andate male, qualche medaglia a casa l’ho portata diventando anche il primo nel ranking mondiale per un po’ di anni. E nel 2005 ho vinto i World Games, che sono i giochi olimpici per gli sport non olimpici, e gli Europei. Con la squadra nazionale poi abbiamo vinto l’oro a Tokyo e a Las Vegas.
Un bel bottino insomma…
Si. E per questi risultati è arrivata la medaglia d’oro al valore atletico nel 2010, un’onorificenza importantissima per il CONI.
L’anno in cui hai smesso, praticamente.
Ho smesso nel momento migliore. E dopo appena un anno sono stato contattato dalla Federazione per allenare prima gli Junior e poi i Senior.
E adesso la responsabilità è aumentata, o sbaglio?
Dal gennaio 2021 sono il Responsabile della squadra nazionale senior (dai 18 anni in poi). Praticamente gestisco la squadra e lo staff dei tecnici. Un ruolo importantissimo e nel frattempo abbiamo già preso due medaglie, un oro e un bronzo, che sono risultati eccezionali a livello mondiale.

Per cosa vi allenate adesso?
Ci stiamo preparando per la tappa di Coppa del Mondo in Bulgaria, dal 26 al 30 agosto, e per gli Europei che si terranno proprio in Italia. Abbiamo una squadra completamente nuova e bisogna costruire nel più breve tempo possibile per raggiungere buoni risultati.
Che città ospiterà gli Europei?
Si giocheranno a Pesaro. Stiamo lottando contro il tempo e speriamo di essere fortunati tra infortuni e altre situazioni. I ragazzi in questa fase sono stanchi, hanno cambiato la programmazione di lavoro facendo una pausa brevissima. Di solito ad agosto restano fermi due/tre settimane.
Abbiamo qualche francavillese che parteciperà agli Europei?
Si, due ragazzi: Davide e Francesco. Parteciperanno sia nell’individuale maschile, che nel trio e nel gruppo. Tre categorie importanti e impegnative. Speriamo di ottenere qualche risultato già a Plovdiv (Bulgaria).
In cosa consiste il tuo ruolo?
È un ruolo di responsabilità e gestione del lavoro che si fa con i ragazzi e con i tecnici. Anche di comunicazioni con le società, che devono essere fatte in modo importante. Ogni atleta ha bisogno di cose diverse, bisogna essere attenti a tanti aspetti. Sto imparando a conoscere un mondo diverso.
Com’è gestire queste attività in pandemia?
Eh, in questo periodo non è facile. Abbiamo creato una bolla, fatta di tamponi e lavori online fino a quando i decreti ci hanno permesso di tornare in palestra con gli sport agonistici. La preparazione ha subito un grosso rallentamento, considera che stare fermi appena 15 giorni nella ginnastica è tantissimo, figuriamoci con due lockdown! Però da un lato questa cosa ci ha fortificati, adesso c’è tanta più voglia e più motivazione. Anche se è stato perso un anno.
E a livello mentale?
Non è stato facile perché è mancato lo stimolo del confronto. Ma la cosa più dura è stata riattivare gli atleti più in là con gli anni, quelli che stavano per smettere.
E il rapporto con la Federazione? C’è qualche difficoltà particolare?
Nessuna. Anzi, la Federazione ci è molto vicina e ha accolto ogni tipo di richiesta avanzata fino a questo momento. Il Covid ha avuto ripercussioni anche a livello economico ma nonostante tutto la Federazione è andata avanti, abbiamo sempre fatto tutte le gare. Non trovo nessuna criticità, solo tanta volontà di fare bene le cose.
Quanto tempo si allenano i ragazzi per queste competizioni?
Fanno due sessioni giornaliere da 3/4 ore l’una. Quando sono in nazionale si allenano circa 8 ore al giorno, con lavori differenziati ovviamente per evitare che vadano sotto stress fisico. Seguono un’alimentazione attenta, con qualche sacrificio. Senza eccessi, un’alimentazione bilanciata.

Ma te lo aspettavi un incarico del genere?
Sinceramente? No! È stata comunque una grande gratificazione e mi piace molto questo ruolo, è motivante. Impegnativo, ma bello.
Cosa ti piace di più di questo nuovo ruolo?
L’aspetto organizzativo, la programmazione, la comunicazione con i tecnici e la condivisione di tutte le idee. Il confronto è la vera crescita.
E invece cosa ti manca della vita da atleta?
L’entrata in pedana, il momento in cui si scarica tutta l’adrenalina accumulata. In questo ruolo invece è un continuo accumulo di tensione che non scarichi mai (ride). Le gare, le condivisioni con i compagni di squadra sono momenti che non dimentichi.
Avete posto obiettivi per queste due manifestazioni?
In Bulgaria vogliamo fare un grande allenamento, e non escludiamo di portare a casa qualche medaglietta. Per l’Europeo, non so. Sarà dura, ma vogliamo arrivare almeno tra i primi 5 classificati in tutte le categorie.
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